Sport. Atletica leggera: nuova regola su lanci e salti.

Quello che segue non ha nulla a che vedere con la politica, ma molto con la logica.

Esiste infatti la concreta possibilità che in atletica leggera una gara di salto in lungo (per esempio) possa essere vinta da un atleta che di fatto esegue un salto più corto di quello di un altro gareggiante, e ciò vale per tutte le discipline sportive che prevedono un salto in estensione (in lungo e triplo) o un lancio di un oggetto (peso, martello, disco e giavellotto). Restando nell’esempio del salto in lungo, il regolamento attuale prevede che la misurazione del salto venga presa dalla fine della linea fino di stacco al punto di caduta dell’atleta più vicino ad essa. Questa regola è fondamentalmente sbagliata perchè non considera nel conteggio tutti i centimetri che ci sono tra il punto reale di stacco dell’atleta e la fine della linea, centimetri che di fatto fanno parte del salto. Di conseguenza, si può affermare che le regole attuali stabilite dalla IAAF non consentono di misurare correttamente il salto dell’atleta nella sua interezza, ma prendono in considerazione solo la parte “regolamentare” di esso.

Per perfezionare l’attuale regolamento al fine di avere una misurazione corretta è quindi necessario modificare quanto inerente la linea di stacco (ammesso e non concesso che anche il rilevamento del punto di caduta potrebbe non essere preciso, dato che sta in una buca fatta nella sabbia). Sistemi altamente tecnologici basati su una serie di sensori laser potrebbero certo risolvere la problematica (così come utilizzando elaboratissimi calcoli matematici si potrebbe stabilire il vantaggio o lo svantaggio causato dal vento in considerazione del peso e della velocità della corsa dell’atleta), ma i costi sarebbero elevatissimi, e potrebbero essere fonte di un vespaio di polemiche. La soluzione qui proposta è invece estremamente economica e precisa al centimetro.

Per i salti:

  1. Eliminare la linea di stacco di pochi centimetri sostituendola con una “zona di stacco” lunga 2 metri, all’interno della quale l’atleta potrà effettuare lo stacco.
  2. Questa “zona di stacco” deve essere formata da 200 linee da 1 centimetro numerate e diversamente colorate (10 colori sequenziali ripetuti).
  3. Una o più telecamere visualizzano l’esatto “punto si stacco”. La colorazione diversa delle linee, oltre a rendere ben visibile all’atleta la zona di stacco nel suo insieme, offre la massima garanzia di esattezza del punto di stacco in caso di non allineamento della telecamera.
  4. A questo punto, per ottenere la lunghezza effettiva del salto basta utilizzare il punto di stacco come inizio. In alternativa, volendo conservare l’attuale modo di misurazione (che parte dalla fine della linea di stacco, ora divenuta “zona”), è sufficiente aggiungere ad essa i centimetri facenti parte del salto effettuati all’interno della zona di stacco.

Per i lanci:

Stessa tipologia di soluzione adottata per i salti, ma realizzata con cerchi concentrici che riempiono la pedana circolare.

Un distinguo va fatto per i salti in elevazione (in alto e con l’asta), dato che molto si potrebbe fare in particolare per stabilire i record. Infatti, capita sovente di vedere un atleta superare abbondantemente l’asticella. Non è però attualmente possibile quantificare l’esubero del salto. Con ogni probabilità, i record attualmente in vigore potrebbero essere di qualche centimetro superiori, nel senso che un atleta potrebbe aver effettuato un salto migliore, solo che non è stato possibile misurarlo. In questo caso delle “asticelle virtuali” oltre a quella fisica sarebbero la soluzione alla problematica.

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